Il Cammino delle Cattedrali e ‘Nigra sum sed formosa’

Il secondo appuntamento con Il Cammino delle Cattedrali non ha tradito le grandi attese. L’intenso concerto “Nigra sum sed formosa”, di scena nella Cattedrale di Matera, è stato seguito da una cornice di pubblico entusiasta che ha colto l’occasione per rendere omaggio alla Sacra Effige della Madonna di Viggiano.
L’evento rientra nel progetto religioso-culturale de I Cammini, promosso dall’Arcidiocesi di Matera-Irsina , da Terre di Luce Aps in coproduzione con la Fondazione Matera-Basilicata2019. Il Cammino delle Cattedrali costituisce la seconda tappa del programma e vuole stimolare, attraverso la musica orchestrale nelle Cattedrali della Regione Basilicata, riflessioni che uniscano la bellezza delle varie forme artistiche con la via del sacro.
“Nigra sum sed formosa” si configura come un Oratorio mariano, un ciclo di affreschi musicali ispirati a dipinti e sculture celebri che descrivono, sulla base di testi biblici e liturgici, il percorso esistenziale della vita della Madonna. L’opera musicale – scritta dal compositore lucano Damiano D’ambrosio e realizzata in prima assoluta il 10 dicembre 2016 – è una produzione della Fondazione Orchestra Lucana. Quest’ultima, insieme ai Cori Riuniti (l’Associazione Corale Cantori Materani, la Polifonica Rosa Ponselle, il Coro Civico LaterChorus e Juvenes Cantores), ha riproposto il concerto diretto dal maestro Vincenzo Perrone per la visita della Madonna di Viggiano a Matera.

Il maestro D’Ambrosio racconta l’Oratorio

“Ho pensato a questo titolo – afferma il maestro D’Ambrosio in merito all’opera – perché ho voluto ricordare la Madonna della Bruna, anche lei raffigurata di colore nero come quella di Viggiano. ‘Nigra sum sed formosa’ rinvia al celebre versetto del Cantico dei Cantici contenuto nella Bibbia. Ed in aggiunta, è un’opera che ho scritto per restituire alla mia terra ciò che mi ha dato”. D’Ambrosio racconta come ha elaborato lo svolgimento dell’Oratorio mariano: “Ho preferito colori orchestrali tenui, non aggressivi e drammatici ma sereni e luminosi, che si conciliassero con la preghiera e la meditazione su temi che non possono non interrogarci tutti, in ogni luogo e tempo, come la speranza, l’annuncio, la meraviglia di scoprirsi al centro di un disegno avvincente e salvifico, la nascita, la sofferenza, la morte e il passaggio ad altre forme di vita”.

Le voci degli altri protagonisti

Un altro protagonista dell’evento è stato il maestro Vincenzo Perrone, direttore artistico della Fondazione Orchestra Lucana:
“É stata ancora una volta una grande e coinvolgente esperienza , umana ed artistica. Una partitura densa, ricca e complessa ma che esalta davvero tutti. Felicissimo di aver dato il mio contributo perché questo ambizioso progetto potesse arrivare alla meta. Un altro grande tassello che si aggiunge alla mia lunga e proficua collaborazione con Damiano D’Ambrosio.
Grande il ruolo dei cori e dell’orchestra in questa grande partitura, tutti bravissimi, con questa orchestra lucana (nata nel 1988) che purtroppo non riesce a decollare “ come illustra e denuncia ancora Perrone: “Non è possibile che per il 2019 questa Regione non abbia una propria orchestra stabile.Esistono tantissimi giovani musicisti, talenti di questa terra che hanno la voglia e le qualità per rappresentare questo territorio; la Fondazione Orchestra Lucana vive momenti altalenanti e non riesce a lavorare con continuità , anche per poter offrire delle prospettive ai giovani . Non può competere per la creazione di eventi perché essa é strumento di tutti per realizzare eventi ”.
E rilancia: “Bisogna prendere esempio da I Cammini: il progetto metterà in rete l’intero territorio lucano. Non vorrei sbagliarmi, mi sembra che a volte si preferisca vivere come in tanti “piccoli sistemi feudali” certamente virtuosi ed in competizione tra loro, per carità ma che sono un altro discorso rispetto alla possibilità di valorizzare, sostenere un collettivo come l’orchestra, così come in ogni regione d’ Italia e in tutto il mondo, orchestra come strumento di tutti, orchestra come elemento di identità di un territorio “

Giuseppe Ranoia, voce recitante del concerto, elogia il progetto de I Cammini però invita a “sganciarsi dall’impostazione di mercato: si guardano sin troppo i numeri, dovremmo ritornare all’essenza delle cose”. E spiega come intende I Cammini: “Noi uomini siamo mossi dalla passione e il viaggio è sempre alla base delle rivoluzioni di pensiero. Questo progetto dovrebbe essere un viaggio con la logica di un percorso itinerante che conduca verso l’essenza dell’uomo”.

Dunque, grande fermento e spettacolo assicurato per I Cammini che si rivelano anche occasione per sottolineare criticità e cogliere suggerimenti.