Tessuti pregiati e ricami in oro

Una delle occasioni rilevanti per scoprire la storia, la cultura e le tradizioni locali, è la mostra “Segni di luce a trame d’oro” nell’ambito del “Cammino delle generazioni”. Si tratta dell’esposizione – allestita dal 6 aprile all’1 settembre nel Museo Diocesano di Tricarico –  di una nutrita serie di preziosi paramenti liturgici in tessuti pregiati e ricami in oro, gran parte realizzati dalle suore di clausura del monastero di S. Chiara di Tricarico, fondato nel XIV secolo.

La storia che ruota attorno ai paramenti assume dei contorni ed aneddoti affascinanti, come illustra il direttore del Museo Diocesano di Tricarico, Don Nicola Soldo: “Nel monastero di S. Chiara, donne di famiglie nobili prendevano i voti ed entravano in convento attraverso una cerimonia fastosa. Vestivano abiti laici,sontuosi che poi avrebbero abbandonato nel corso della clausura. Alcuni cognomi di famiglie nobili identificate sono: Giorgi, Farro e Santoro”.

L’attento studio dei paramenti

Ma il focus è rivolto alla preziosità dei tessuti dei paramenti,  a cui ha lavorato un team di esperti:  la storica dell’arte, Maria Pia Pettinao Messina, riguardo lo studio del materiale; Renato Ruotolo, ex professore dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, in merito alle committenze; Carmela Biscaglia, professoressa di storia, che ha analizzato le fonti documentarie.

“L’esame delle trame – illustra il sacerdote – ha rilevato diverse tecniche complesse, a 5000-7000 fili per ogni unità di tessuto. Trame molto fitte di seta, broccati, damascati. A ciò si aggiunge la preziosità del ricamo in fili di oro e d’argento, lavorati in modo diverso, e la storia liturgica che è parte del passato sociale e civile della società di Tricarico. Poter studiare questi paramenti significa gettare luce su come si esprimeva il senso religioso”.

Una mostra rara, autentica e significativa. “Queste mostre possono definirsi pregiate anche perché non sono diffuse – aggiunge in conclusione Don Nicola Soldo. Per l’inaugurazione della mostra abbiamo scelto il periodo pasquale nel quale si espongono maggiormente i paramenti, il più alto dell’anno a livello liturgico”.